“Era cominciato con una voce che narra ai bambini in una grotta, all’inizio del tempo; finisce con una voce che narra ai bambini in una camera, alla fine del giorno. I bambini, i racconti, i posti sono cambiati: la voce resta” (Tognolini)
L’equipe educativa ha deciso di realizzare un progetto di plesso triennale che metta la centro la narrazione. Il titolo scelto in maniera evocativa “In viaggio con le storie” richiama proprio l’idea del viaggio, metaforico (nel tempo personale e storico, nello spazio interiore e geografico, ma soprattutto il viaggio come partenza e crescita), il libro e la storia come soglia che segna un passaggio (da una sezione all’altra, da un anno all’atro fino al passaggio alla scuola primaria, ma anche il passaggio da una fase di vita ad una nuova…per i bambini di questa età la crescita e’ una lenta evoluzione ma in realtà ricca di tanti piccoli cambiamenti, una sorta iniziazioni che sono passaggi di crescita significativi).
Le tre storie che verranno scelte nei tre anni scolastici (2017/2018 ed i due a seguire) come sfondi per le esperienze educative e didattiche avranno tre caratteristiche in comune:
La scelta di mettere al centro della progettazione triennale la narrazione nasce, non solo da una passione che accomuna il team educativo scolastico, ma soprattutto dell’importanza di educare i bambini, insieme ed attraverso loro i genitori, al potere germinale del narrare, al suo ruolo fondamentale nella crescita del bambino e nell’accrescere anche una relazione adulto-bambino, che giova all’uno come all’altro, in termini di scambio reciproco, autenticità e reale scoperta dell’altro.All’interno della scuola la narrazione fa parte gia’ ampiamente delle pratica educativa quotidiana: in questi anni di esperienze formative collettive e personali, abbiamo sperimentato quotidianamente come la narrazione dell’albo illustrato abbia un “potere salvifico” per i bambini che si ritrovano nelle storie. La narrazione e’ stata sperimentata anche come stimolo per le diverse attività centrate sui diversi campi di esperienza. Proprio grazie a questi anni nei quali l’esperienza della narrazione ha preso sempre più posto all’interno della scuola, vedendo la riposta positiva dei bambini di fronte a queste prime esperienze molto presenti ma forse in maniera ancora molto istintiva ed intuitiva, il team educativo ha sentito la necessità di fermarsi e pensare a come potenziarne l’uso, curarlo maggiormente, progettandone in maniera concreta, centrata e finalizzata la presenza della narrazione a scuola al fine di rispondere a quelli che sono i bisogni più profondi che i bambini portano a scuola tutti i giorni.
Ci siamo quindi posti alcune domande fondamentali:
-qual e’ il senso della narrazione per i bambini di oggi, per i bambini e le bambine del 2017 che tutti i giorni ci vengono affidati?
-come sfruttare tutte le potenzialità che la storia possiede in un contesto educativo al contempo rispettandola e preservandole il suo valore e la sua potenza primordiale?
La narrazione orale e’ un topos universale, trova le sue origini nella culla dell’umanità ma anche nella culla di ciascun individuo: la voce del narratore e’ uno dei primi strumenti di relazione sociale e di coppia mamma-bambino. Quello che ci chiediamo e’ il ruolo che la narrazione può rivestire nel secolo attuale, in un mondo circondato da messaggi costanti, fatti di parole ed immagini, suoni e musica, suggestioni: i messaggi sovrastano l’individuo, soprattutto il bambino che si trova sommerso da forme di comunicazioni vecchie e nuove, che non può comprendere appieno senza un filtro adulto che gli permette di selezionare e dare un senso alla moltitudine delle informazioni ricevute.
Qual è ora il posto della narrazione all’interno della nostra società? Ha ancora valore narrare per un bambino e per una bambina del 2017?
Alcuni studiosi ritengono che “l’arte del narrare si avvia al tramonto” (Benjamin), che l’avvento della scrittura anche nella trasmissione delle opere narrative abbia segnato la fine della narrazione ad alta voce. Da un altro punto di vista, la narrazione però riemerge, in modo diverso, in tanti ambiti, anche nella nostra quotidianità, come una piccola rivincita sui nuovi media (basti pensare al posto che occupano nuove forme di storytelling all’interno dei programmi mediatici).
Secondo noi chi si occupa di educazione, la scuola dell’infanzia in primis, si trova piuttosto di fronte ad una duplice sfida. Da una parte è chiamato ad educare allo spirito critico affinché l’infanzia non sia solo consumatrice, ma anche fruitrice consapevoli di queste moderne narrazioni: la scuola è chiamata a fornire chiavi di lettura e strategie che permettano ai bambini ed ai giovani di non soccombere di fronte a questa narrazione perfusa e potente, quanto piuttosto di ricercane orizzonti di senso, selezionando e scegliendo nel vasto panorama attuale.
La seconda faccia della sfida è educativa è questa: constatato questo tessuto sociale a livello narrativo, è necessario anche chiedersi quale sia oggi il ruolo e lo spazio della narrazione vissuta come esperienza vissuta in prima persona in relazione fra adulto e bambino, tessuta da file di parole “che restituiscono senso all’intero arco delle esperienze, tentando di riordinare il disordine che spesso connota la realtà, interpretando, stabilendo connessioni, impregnando di quel senso i vissuti, i fatti, le relazioni, le cose e le parole stesse, ancora nelle voci” (Bernardi).
Risposta a questa prima domanda abbiamo riflettuto in equipe’ su quali canali e metodologie, strumenti e setting abbiamo a disposizione nella scuola dell’infanzia affinchè tutto questo potere narrativo si possa attuare nella prassi quotidiano, anche come promotore di esperienze che vadano a stimolare le diverse aree di sviluppo del bambino: siamo fatti di storie come individui, ma anche la pratica educativa quotidiana all’interno della scuola dell’infanzia e’ fatta di storie che guidano la giornata e che sostengono l’apprendimento del bambino.
L’albo illustrato diventa una risposta a questo secondo interrogativo: la lettura di un buon albo illustrato diventa un momento catalizzatore dell’esperienza educativa, un motivatore, un contenitore nel quale far confluire le diverse proposte che l’insegnante propone alla sua sezione. L’albo illustrato e’ stato definito un iconotesto, proprio per il suo legame inscindibile fra parole e immagini: il senso nasce dalla relazione fra linguaggio verbale e iconografico e anche grazie alla inferenze che il lettore può compiere nella tessitura fra i due linguaggi.
“Il mondo dei libri per bambini è anche il Paese dei mostri selvaggi. Forse perché i bambini stessi sono in parte selvaggi, non civilizzati e ancora spinti ad esplorare i margini più selvatici del mondo e della loro stessa mente (…) loro sanno di non sapere ancora tutto. E un buon libro non è forse come quel bambino? Se ne sta appoggiato sulle nostre mensole, sui nostri comodini, dentro casa, ma non è domestico, non è addomesticato. Mentre lo leggi ti rendi conto che è tornato da qualche luogo selvaggio (…) e le storie possono essere catturate dalla stampa, rilegate finemente fra le pagine e ordinate bene sugli scaffali. Ma i libri migliori protendono al di fuori della carta stampata e ritornano alla voce umana, ai canti degli incantesimi, al movimento, al corpo e ai sensi.” (Almond).
A partire da questa premessa per questi tre anni scolastici svilupperemo tre progetti di plesso che mettendo al centro la narrazione possano stimolare la crescita dei bambini nei diversi campi di esperienza.
Come ultimo anno di questo triennio dedicato al tema della narrazione e del viaggio, abbiamo deciso di modificare alcune scelte editoriali e narrative. Dopo aver letto integralmente il romanzo ed aver condiviso alcune riflessioni all’interno dell’equipe educativa abbiamo deciso che:
• la sezione dei tulipani e dei girasoli adotterà il testo integrale in versione pop-up del romanzo de Il piccolo principe;
• le altre sezioni utilizzeranno la storia come sfondo integratore, proponendo una narrazione personalizzata in forma verbale, canora e con supporto di immagini realizzate dalle insegnanti.
Per tutte le sezioni della scuola sono previsti dei momenti di narrazione e teatrali nei quali i bambini e le bambine incontreranno di persona i personaggi della storia: l’aviatore, il piccolo principe e la rosa. Ogni personaggio narrerà una piccola parte della storia e lancerà un tema inerente alla narrazione.
Il personaggio mediatore che accompagnerà le routine e le attività dei bambini è Volpe, una piccola volpina peluche-marionetta che riprende il personaggio del romano a cui ci ispiriamo.
Le programmazioni di sezione (che seguiranno questa progettazione curriculare nel corso dell’anno) declineranno alcuni temi tratti dalla storia che il team educativo ha scelto come centrali per le attività dell’anno. I temi prescelti sono:
• La cura
“la mia rosa è importante, è lei che ho annaffiata, è lei che ho messa sotto la campana di vetro… è lei che ho riparata col paravento…Perché è lei la mia rosa”
Ispirati dalla relazione di cura fra il protagonista e la rosa, il tema della cura sarà al centro delle progettazioni di sezione. La cura ha diverse sfaccettature: cura di sé e del proprio corpo, attraverso l’acquisizione delle autonomie e del proprio senso di sicurezza, cura degli altri attraverso relazioni simmetriche ed asimmetriche (di intersezione), cura degli spazi e degli ambienti scolastici (con il rituale del riordino e dell’abbellimento degli spazi comuni, cura della natura (dell’orto e degli spazi esterni alla scuola)
• La relazione
“Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. e neppure tu hai bisogno di me… io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi, ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, ed io sarò per te unica al mondo”.
La scuola dell’infanzia è una palestra quotidiana in cui sperimentarsi nelle relazioni: creare nuove relazioni, fare pace, trovare compromessi, condividere e comprendere il punto di vista degli altri… è un impegno costante. Particolare cura verrà data a questo aspetto della vita comunitaria, a partire dalla gestione dello spazio (personale e condiviso), all’aggiustamento allo spazio dell’altro, alla gestione delle proprie emozioni in contesti relazionali con pratiche di rispecchiamento e di verbalizzazione degli stati emotivi.
• Il viaggio
“Tutti i grandi una volta sono stati bambini”
Il tema del viaggio verrà inteso innanzitutto come viaggio nella propria storia personale: l’avventura della crescita dalla riscoperta del proprio passato ad immaginarci quello che saremo. Il viaggio porta in sé tanti significati metaforici che comprendono i passaggi, il crescere, le possibilità aperte.
Il viaggio verrà trattato anche attraverso il tema dell’esplorazione, di luoghi da conoscere. Inoltre si parlerà anche di viaggio nello spazio attraverso l’esperienza del laboratorio di intersezione Space Jump e ad attività svolte nelle singole sezioni.
• La narrazione
La narrazione avrà un ruolo centrale nelle progettazioni di sezione. Ampio spazio verrà dato alla narrazione ad alta voce, sia come momento quotidiano di cura e relazioni, sia attraverso il prestito bibliotecario e le visite alla Biblioteca Malatestiana.
Tutte le sezioni saranno inoltre coinvolte nella giornata di Bhook, grande festa ed evento culturale dedicato alla lettura ad alta voce organizzato dall’equipe docente della scuola.
Ampio spazio verrà dedicato anche alla verbalizzazione delle esperienze dei bambini, sia nella ruotine quotidiana del cerchio, sia in attività centrate proprio sul potenziamento delle competenze verbali del bambino: la finalità è doppia, sia lo sviluppo e l’affinamento delle abilità verbali, sia il potenziamento dell’uso del linguaggio per rielaborare l’esperienza e dell’ascolto delle narrazioni altrui.
Anche il progetto di musicoterapia si inscrive all’interno di questo percorso di produzione linguistica e di ascolto.
“Sono state le parole dette per caso che, a poco a poco, mi hanno rivelato tutto”
A partire dalla narrazione della storia, verranno proposte ai bambini esperienze che andranno a toccare i diversi campi di esperienze: tutte le sezioni parteciperanno a dei momenti collettivi di incontro dal vivo con i personaggi della storia (l’aviatore, il piccolo principe, la rosa) che scandiranno la narrazione all’interno dei percorsi di sezione.
Anche quest’anno abbiamo deciso di utilizzare un personaggio mediatore, che verrà utilizzato sia per introdurre le attività di programmazione giornaliera (e anche per coltivarne la motivazione) sia quando si presenta la necessità di una mediazione nel rapporto fra adulti e bambini o fra pari, sia come guida e compagno nelle routine quotidiane. Ispirato alla tema dell’anno abbiamo deciso di scegliere un personaggio noto Volpe, un piccolo peluches-marionetta che verrà animata dagli insegnanti.
Nella pagina I laboratori
Togliere la parte vecchia e mettere
Inoltre, a fianco delle metodologie didattiche adottate delle insegnanti di sezioni (e descritte più nello specifico nelle Unità di apprendimento stese in corso d’anno), quest’anno abbiamo deciso di realizzare anche un laboratorio di intersezione che avrà come tema l’esplorazione spaziale attraverso i sensi.
La metodologia è quella laboratoriale del “learning by doing” (derivato dalla corrente dell’attivismo pedagogico): questa metodologia attiva parte dal presupposto che l’apprendimento avvenga attraverso l’azione poiché l’azione stessa, una volta interiorizzata, e quindi sostenuta da un adulto mediatore e della riflessione condivisa, struttura il pensiero.
Il riferimento per la scelta di realizzare esperienze in intersezione è quello della teoria di Vygotskij riferita alla “zona di sviluppo prossimale” e dello “scaffolding” di Bruner: un contesto adeguatamente organizzato, stimolante, supportato dalla mediazione di adulti favorenti ma non “invadenti” nel processo di apprendimento, organizzato per gruppi di bambini con età e livelli di competenza diversi, può stimolare processi di apprendimento più complessi e sviluppare competenze cognitive e meta cognitive più affinate rispetto a situazioni di apprendimento diversamente organizzate.
Quattro gli elementi fondanti il laboratorio sono:
• la sperimentazione: lo spazio e i suoi elementi verranno conosciuti direttamente dai bambini attraverso una sperimentazione diretta tramite attività pittoriche, sensoriali e giochi ludo motori;
• la narrazione come filo conduttore dell’esperienza laboratoriale sarà supportata direttamente dalle immagini reali di elementi spaziali: l’idea di usare immagini satellitari e non rappresentazioni ha proprio l’obiettivo di non costruire misconcenzioni anche figurati nell’immaginario dei bambini. Le immagini saranno videoproiettate ed accompagnate da brevi spiegazioni verbali. Lo sfondo narrativo sarà tenuto sempre dalle due figure conduttrici del laboratorio, Nebu e Asty, amici dell’aviatore in esplorazione dello spazio;
• il ruolo dell’insegnante che si fa mediatore delle conoscenze: non ne propone di pre-costituite, ma stimola le domande, la sperimentazione in prima persona e nuove rappresentazioni degli eventi. L’insegnante stimola il bambino ad avviare processi creativi ed immaginativi nuovi attraverso la scelta di materiali, strumenti e tecniche
• il ruolo del gruppo di bambini partecipanti (tulipani e girasoli, primule) che grazie alle diverse competenze (dovute ad età, esperienze pregresse, predisposizioni personali, storia di vita,…) attivano quello che viene definito “scaffolding”, ossia sostegno nell’apprendimento reciproco (chi sa qualcosa in più aiuta chi è più piccolo e meno esperto e gli permette di raggiungere livelli di competenza superiori).
La sezione dei tulipani e dei girasoli inoltre dedicherà una giornata a cadenza settimanale per attività di intersezione sul coding: l’uso di strumenti e metodi di programmazione visuale a blocchi per favorire lo sviluppo del pensiero computazionale. Si partirà con attività sul corpo con la maxi-scacchiera, per poi passare a Cubetto e ad attività carta e matita. Le giornate di intersezioni fra tulipani e girasoli prevede inoltre la strutturazione di setting non strutturati dove i bambini possono sperimentarsi nel gioco, con il supporto e l’arricchimento della presenza dell’adulto.
Oltre alle risorse interne alla scuola, verranno attivate, nelle varie sezioni, anche risorse esterne, quali esperti in vari settori che proporranno esperienze educativo-didattiche specifiche, quali:
• laboratorio di psicomotricità con la psicomotricista funzionale Dott.ssa Vania Galbucci (per la sezione dei tulipani e primule);
• laboratorio di lingua inglese con una insegnante madrelingua, Hayley Subberfield (per tutte le sezioni);
• acquaticità in piscina (per la sezione dei girasoli, in collaborazione con il Liceo Sportivo Almerici);
• progetto Vigile Amico, in collaborazione con la Polizia Municipale di Cesena (per la sezione dei tulipani);
• laboratorio di musicoterapia a cura di Nicoletta Bettini (per la sezione delle primule);
• uscite didattiche sul territorio;
• uscita didattica al Planetario di Ravenna e alla mostra nei Musei di San Domenico a Forlì (per la sezione dei girasoli);
• progetto di continuità verticale: la sezione primule con la sezione delle margherite, e la sezione dei girasoli con le scuole primarie di destinazione;
• momenti di incontro scuola-famiglia con esperti e laboratoriali;
• progetto genitori a scuola: ogni sezione coinvolgerà i genitori in un momento della routine scolastica (pranzo, ospite lettore e narratore)